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Sostenibili e autosufficienti, ecco come saranno le case nell’era del post-cambiamento climatico

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Pensando a come le persone potrebbero sopravvivere in un possibile scenario post-cambiamento climatico caratterizzato da calamità e disastri naturali, W-lab ha progettato case autosufficienti per vivere in situazioni estreme.

Bio-cabin proposte dallo studio W-LAB

In uno scenario borderline, in cui regneranno le alte temperature e i disastri naturali, per sopravvivere, l’essere umano dovrà adattarsi alle nuove condizioni ripensando anche a dove e come vivere con le minime risorse a disposizione. Di fronte a questi possibili scenari, gli architetti di W-LAB hanno sviluppato una proposta per l’habitat perfetto in un futuro post-cambiamento climatico.

Considerando che molte case del futuro dovranno essere installate nei deserti, dove prevarranno climi estremi, il progetto raccoglie le tecnologie esistenti e le attuali soluzioni di bio-costruzione e bio-architettura per modellare una casa futuristica a basso impatto ambientale produttrice di risorse.

©W-LAB

Infatti le “bio-cabin” proposte da W-LAB sono costruite con materiali sostenibili, sono tecnologicamente iperconnesse e contengono spazi adattabili in base alle esigenze di chi le abiterà. Inoltre consentono di auto-produrre il proprio cibo, lavorare da casa, fare sport e allo stesso tempo di riciclare le acque grigie, produrre energia e avere a disposizione sistemi propri di raccolta d’acqua potabile che utilizzano la bruma e l’acqua del mare.

©W-LAB

Carlos Bausa Martinez e Dirce Medina, architetti fondatori dello studio con sede a Londra, promuovono la vita in comunità piccole e resilienti. Per adattarsi alle condizioni post- cambiamento climatico, i futuri insediamenti dovranno essere più piccoli, trasportabili, non sovraffollati, sostenibili e autosufficienti, in modo da offrire condizioni di vita più sane e di maggiore qualità ai propri abitanti.

©W-LAB

Le “bio-cabin” dovranno essere distribuite in maniera radiale, in modo da delimitare uno spazio centrale protetto da usare per le attività collettive all’aperto. La presenza di vegetazione, elementi ombreggianti e muretti sul perimetro esterno, aiuterebbero a proteggere le case dai forti venti e dalla radiazione solare.

©W-LAB

L’insediamento sarebbe circondata da un’oasi artificiale, alimentata con acqua da un impianto solare di desalinizzazione e da un sistema di collettori di nebbia, che contribuirebbe a migliorare il comfort esterno e ad abbassare la temperatura in prossimità dell’insediamento.

“Come architetti dobbiamo pensare ad alternative che ci permetteranno di migliorare la nostra qualità di vita, in possibili scenari dove le condizioni climatiche saranno estreme e le risorse naturali basiche, ancora più scarse di oggi”, segnala Bausa Martinez.

Con l’attuale tasso di emissioni di gas serra che stanno saturando la nostra atmosfera, dobbiamo prepararci ad affrontare un aumento globale delle temperature. Senza alcun dubbio non possiamo continuare a progettare città e costruire edifici come se nulla stesse accadendo. La proposta di W-LAB nasce dall’esigenza di fornire soluzioni alle varie crisi che il nostro pianeta probabilmente attraverserà, alcune delle quali sono necessarie già adesso. Voi cosa ne pensate?

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